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brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), IX, 26
 
originale
 
26. Haec recensete pistore iam dudum procax et temeraria mulier exsecrantibus fullonis illius detestabatur uxorem: illam perfidam, illam impudicam, denique universi sexus grande dedecus, quae suo pudore postposito torique genialis calcato foedere larem mariti lupanari maculasset infamia iamque perdita nuptae dignitate prostitutae sibi nomen adsciverit; addebat et talis oportere vivas exuri feminas. Et tamen taciti vulneris et suae sordidae conscientiae commonita, quo maturius stupratorem suum tegminis cruciatu liberaret, identidem suadebat maritum temperius quieti decedere. At ille utpote intercepta cena, profugus et prorsus ieiunus, mensam potius comiter postulabat. Adponebat ei propere, quamvis invita, mulier quippini destinatam alii. Sed mihi penita carpebantur praecordia et praecedens facinus et praesentem deterrimae feminae constantiam cogitanti mecumque sedulo deliberabam, si quo modo possem detectis ac revelatis fraudibus auxilium meo perhibere domino illumque, qui ad instar testudinis alveum succubabat, depulso tegmine cunctis palam facere.
 
traduzione
 
Mentre il mugnaio raccontava questa storia quella svergognata e impudente di sua moglie rifilava all'altra gli epiteti pi? ingiuriosi: quella perfida, commentava, quella scostumata, veramente la vergogna del sesso femminile, che se n'era infischiata del suo onore e s'era messa sotto i piedi la santit? del matrimonio, che aveva trasformato la casa del marito in un bordello indegna ormai del nome di sposa ma piuttosto di quello di prostituta e aggiunse: ?certe donne bruciarle vive bisognerebbe!? Per? anche lei era agitata dall'interno rodio della sua coscienza sporca e, per liberare al pi? presto l'amante da sotto lo scomodo nascondiglio, cercava di indurre il marito ad andare presto a dormire. Ma quello, con una cena interrotta a met? e quindi digiuno come se ne era venuto via, le chiedeva invece candidamente di dargli da mangiare e cos? lei, di malavoglia, dovette servirgli il pranzo che aveva destinato all'altro. Quanto a me mi sentivo rodere il cuore riflettendo all'azionaccia che quella donna spregevole aveva compiuto poc'anzi e alla indifferenza che ora mostrava e fra me almanaccavo come poter smascherare tutto quell'inganno, venire in aiuto al mio padrone, insomma ribaltare il cassone e scoprire a tutti quello l? che se ne stava l? sotto accucciato come una tartaruga.
 

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